Si rinnova l’appuntamento estivo nei giardini del Museo del Saxofono di Fiumicino con FAI BEI SUONI, la rassegna estiva creata e diretta da Attilio Berni che offre l’opportunità non solo di ascoltare ottima musica in una cornice incantevole open air, ma anche di apprezzare da vicino la corposa e articolata collezione di saxofoni, unica al mondo, selezionata personalmente dal collezionista. La rassegna musicale si svolgerà ogni sabato a partire dal 15 giugno e fino al 20 luglio.
Doppia apertura per il primo fine settimana di programmazione con il quintetto di Gianni Vancini, che sabato 15 giugno con “Made in Italy” offrirà un concerto ricco di sonorità di ogni tipo, dalle Jazz ballads a brani in stile “Tower of Power” passando per ambienti New Soul; mentre domenica 16 giugno il duo firmato dai fratelli Yumi e Kiro Camilletti darà voce strumentale ad un repertorio per flauto e pianoforte attraverso cui poter ripercorrere l’evoluzione del gusto e della tecnica virtuosistica che hanno dato lustro e fama a questi due strumenti.
Sabato 22 giugno i Big Night Players daranno vita ad una brillante performance in omaggio allo swing del dopoguerra, toccando alcuni dei più belli evergreen interpretati all’epoca da artisti del calibro di Dean Martin, Frank Sinatra, Sam Butera e Louis Prima.
Il 29 giugno sarà protagonista il quintetto capitanato dal trombettista Michael Supnick che, ispirandosi allo stile delle piccole orchestre che si incontravano nelle strade di New Orleans, renderà un sentito tributo al grande “Satchmo” Louis Armstrong.
Sabato 6 luglio ritorna, dopo il fortunato exploit invernale, la IESAINO’ band con la vocalist Giulia Maglione in un omaggio tutto napoletano al grande Pino Daniele, dal titolo “Mal di te”.
Un’altra voce femminile, quella di Roberta Vaudo, calcherà il palco del Museo sabato 13 luglio con insieme a The Blue Whistles, una formazione dal ritmo frizzante che proporrà una selezione di rhythm & blues, swing e Jump blues degli anni Cinquanta.
FAI BEI SUONI si concluderà sabato 20 luglio con “RetroSax”, il nuovo progetto di Red Pellini appositamente concepito per una band composta da tre saxofoni (alto, tenore e baritono) più una sezione ritmica con pianoforte, contrabbasso e batteria. Il repertorio è quello a lui più caro e spazia dal 1920 ai primi anni del 1940, puro Mainstream Swing!
I biglietti (ingresso € 17,00) per i concerti possono essere acquistati direttamente al Museo o in prevendita sul sito Liveticket.it. Come di consuetudine, le aperture serali saranno precedute, per chi l desiderasse, da una gustosa aperi-cena “home made”, al costo di € 15,00.
Il Museo del Saxofono, aperto nel 2019, è un’istituzione riconosciuta e accreditata nell’OMR (Organizzazione Museale del Regione Lazio). Offre un itinerario artistico che racconta le storie, le passioni e le carriere degli uomini e delle donne che hanno imbracciato, migliorato e perfezionato quell’icona multiforme del ‘900 che è il saxofono. La raccolta consta di circa 600 strumenti musicali: dai primi modelli di Adolphe Sax del 1867 al Lyricon del 1972, il primo tentativo di abbinare l’elettronica al saxofono, dal piccolissimo soprillo Eppelsheim di 32cm al gigantesco contrabasso Orsi di 2mt, dal Grafton Plastic di Ettore Sommaruga al mitico Conn O-Sax, dal Jazzophone, tromba-sax con doppia campana, ai saxofoni a coulisse, dai saxorusofoni al mastodontico sub-contrabasso J’Elle Stainer. La collezione include strumenti appartenuti ad importanti personaggi e interpreti come Adolphe Sax, Rudy Wiedoeft, Sonny Rollins, Ralph James, Ross Gorman, Nathan Gordon, Adrian Rollini, Marcel Mule, Tex Beneke, Paul Harvey, Benny Goodman, Gil Ventura, Tom Scott. A cornice e a completamento della collezione cinque sezioni collaterali: una dedicata al sax-giocattolo (350 pezzi originali dagli inizi del secolo agli anni ’50), una fotografica (800 foto d’epoca originali dalla fine del XIX secolo agli anni ’60), una riservata agli accessori (imboccature, gadgets e curiosità utilizzate dai saxofonisti), una dedicata ai Vinili e alle copertine erotiche dei LP (dagli anni ’50 in poi) ed una dedicata ai cataloghi musicali, libri e documenti. Tutte testimonianze della enorme influenza che lo strumento-saxofono–oggetto ha sempre esercitato sulla cultura occidentale.