Dal 22 febbraio al 20 aprile 2024 Mucciaccia Gallery presenta nella sua sede di Roma la mostra Cristiano Pintaldi. We are here. Do you stay in the Barbie world?, che raccoglie gli ultimi lavori dell’artista, alcuni dei quali realizzati appositamente.
Cresciuto in una famiglia di pubblicitari appassionati d’arte, Cristiano Pintaldi ha cominciato, a partire dal 1991, a usare per le sue opere i tre colori primari rosso, verde e blu (RGB) accostati su sfondo nero nello stesso modo in cui i pixel si dispongono per dare vita all’immagine sullo schermo televisivo. Con un paziente e certosino lavoro di scomposizione, Pintaldi dipinge alla “cieca”, applicando strati di pittura con l’aerografo su tre livelli, un colore per volta, scoprendo l’effetto finale solamente a fine lavoro.
I soggetti scelti sono tratti dalla cultura popolare, dai programmi televisivi, dai cartoni animati, dai film cult di fantascienza, dai film di Kubrick, e da un interesse personale per l’extraterrestre, da cui le tematiche dell’Alieno e dell’UFO, in un’indagine della società attuale profonda e sottile perpetrata attraverso il dialogo tra colori e forme, che obbligano a investigare i limiti tra la realtà e la finzione, tra reale e virtuale, tra noto e ignoto, tra riconoscibile e astratto.
In mostra una ventina di opere, tra cui alcune emblematiche della poetica e della ricerca dell’artista.
L’immagine guida, che dà anche il titolo alla mostra, è tratta dal recente e ben noto film Barbie e vuole essere un invito alla riflessione sulla vanità degli stereotipi e sulla futilità di ideali estetici perseguiti maniacalmente attraverso la vita digitale e virtuale, quando non è possibile in quella reale. Il sorriso iconico della bambola bionda vuole essere un monito: viviamo in un mondo delle Barbie?
In Majestic 12 torna invece la tematica dell’extraterrestre: la famosissima immagine di John Fitzgerald Kennedy, qualche attimo prima di essere ucciso, è sormontata dal titolo della presunta organizzazione segreta statunitense, composta da esponenti militari e politici di massimo livello, responsabile dell’occultamento al pubblico dominio di informazioni riguardanti i contatti tra gli alieni e gli umani.
Sulla stessa scia We are here testimonia e manifesta la presenza degli alieni nella nostra realtà, con uno slogan deciso e inappellabile, che induce a riflettere sul concetto di esistenza e di percezione.