Villa Borghese si racconta attraverso nuovi pannelli interattivi, dotati di QR Code e un percorso in podcast, che la Sovrintendenza Capitolina, in collaborazione con Zètema Cultura, ha creato per intraprendere un viaggio attraverso gli 80 ettari di parco.
I nuovi pannelli informativi offrono alla città di Roma, e ai turisti italiani e stranieri, un moderno strumento di conoscenza della Villa più importante della capitale e del suo vasto patrimonio artistico-monumentale, vegetale e arboreo. A partire dal suo cuore, il Casino Nobile, che fu fatto edificare dal Cardinal Scipione Borghese all’inizio del Seicento, per essere arricchito dalle prestigiose raccolte di opere d’arte comprese tra il XVI e il XVIII secolo con i capolavori di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Bernini e Canova.
Diciotto racconti in podcast, ciascuno della durata di circa tre minuti, declinano in brevi capitoli la storia di un luogo che ha seguito il destino della città. Un luogo in cui edificazioni di epoca romana convivono con i vuoti lasciati dai cannoni delle battaglie risorgimentali, l’eleganza distaccata delle Esposizioni Universali di inizio Novecento con la modernità delle gare ippiche internazionali, dove ci fu un tempo in cui un uomo vinse la gara di corsa con un cavallo.
Il percorso
Un percorso di scoperta tra rigorose notizie storiche e curiosità nascoste: partendo dall’ingresso monumentale che si affaccia sulla Via Pinciana verso il Giardino zoologico, oggi Bioparco, il primo in Europa a ospitare animali liberi da gabbie (in luoghi separati da fossati), al Casino del Graziano, all’Uccelliera, alla Meridiana.
Dal Parco dei Daini al Giardino delle Erme: svagati o attenti osservatori intenti ad attraversare le sale del Museo di Zoologia con i suoi cinque milioni di esemplari minerali e animali, oggetto di studio e collezione, per risalire verso il Casino dell’Orologio, il Giardino dell’Aranciera – sede del Museo Bilotti – la Fortezzuola, divenuta il Museo dello scultore Canova, il Casino di Raffaello, in direzione del Giardino del Lago con il Tempietto di Esculapio, fino ai busti del Pincio.
Poi ancora la riscoperta della Casina Valadier, sorta sui resti di una cisterna romana, la Casina delle Rose, oggi Casa del Cinema, fino agli anni Trenta usata come latteria-gelateria, dove si poteva gustare un piatto di panna con i cialdoni croccanti e sorseggiare un bicchiere di crema di latte. La Grotta dei Vini in cui il principe Borghese amava intrattenere gli ospiti in banchetti coronati dal profumo di fiori gettati dall’alto, al monumento di Goethe, simbolo della cultura tedesca, oggetto, dopo la seconda guerra mondiale di una antesignana forma di cancel culture, quando, finita l’occupazione tedesca, ci fu chi ne propose la rimozione e l’abbattimento. Volontà cui non si dette per fortuna seguito, se ancora oggi Goethe guarda di fronte a sé con affetto severo il monumento al suo amico Victor Hugo.