Quando Barnaba Wine Bar e Cucina aprì nella primavera del 2018, Fabrizio Pagliardi aveva una sola grande ambizione, creare un luogo dove si potesse bere artigianale mangiando con altrettanta qualità, in un contesto democratico valorizzato da un servizio caldo e accogliente. Oggi a quasi quattro anni dall’apertura, e con l’entrata nell’asse societario di Fabio Spada altro grande protagonista della ristorazione romana, la sostanza e l’anima di questo locale non sono certamente cambiate.
Barnaba rinnova il suo locale su Viale Aventino
Nella progettazione del locale, nulla è stato lasciato al caso a partire dalla ideazione del logo, dove ciò che spicca è questo bicchiere alato, omaggio a San Barnaba protettore dei vigneti. La progettazione degli spazi interni è stata affidata a Clara Divizia, architetto con un passato da vinificatrice, che in questo progetto di design ha fatto in modo che il legno e il vino fossero i due protagonisti principali. La scelta del legno non è certamente casuale, ma è un chiaro richiamo allo spirito artigianale che si ritrova anche nella composizione della carta dei vini. Tra il lungo bancone, i tavoli e le pareti è stato ricreato un ambiente che facesse pensare ad una cantina, in cui c’è un costante dialogo tra lo stile industriale dell’arredo e la rusticità conferita dal legno. Barnaba è un locale ampio e luminoso, grazie alle quattro pareti totalmente in vetro che affacciano su strada offrendo sempre uno sguardo sull’esterno. Ed è proprio nello spazio all’aperto che si sviluppa la novità di questo autunno/inverno, perché è stato riorganizzato il dehors che ora è ancora più confortevole. Il perimetro ora è chiuso con una copertura trasparente e sarà ancora più bello sedersi all’aperto in questo spazio curato e riscaldato.
La proposta gastronomica
Barnaba è un posto da scegliere certamente per la grande selezione fatta in ambito enologico, ma anche per la proposta gastronomica che ora porta la firma di Valerio Ragusa, giovane chef che ha maturato interessanti esperienze in diverse cucine romane. Il cibo e l’esperienza che nasce intorno ad esso, rappresentano per Barnaba i due elementi fondamentali che lo rendono un luogo conviviale dove stare bene “a tavola” mangiando dei piatti buoni, di sostanza e realizzati con prodotti di qualità. Il menù, che si divide tra le proposte dell’aperitivo e quella della cena, racconta una cucina popolare ma non troppo, in cui i grandi classici della tradizione si alternano a piatti più ricercati. E parlando di piatti certamente non mancano quelli che in questi anni sono diventati i classici di Barnaba, come il Roastbeef Club Sandwich con patatine fritte home made o le Polpette di bollito, a cui se ne aggiungono altri che prendono forma attingendo dalla memoria regionale ma anche personale. Come quella minestra di pesce con i quadrucci che è un po’ la madeleine di Fabrizio, un suo ricordo che qui ha trovato “casa” con la Calamarata in zuppa di pesce. Per gli amanti della romanità ci saranno sempre in carta, a rotazione, i classici come Carbonara, Matriciana o Grigia ma il menu si esprime al meglio anche con preparazioni più contemporanee come i Pici con ragù bianco di anatra, crema di parmigiano e riduzione di porto o l’agnello, puntarelle e maio alle alici o Saltimbocca d’animella. E per centrare a pieno il conetto del “comfort food” sarà sempre presente nel menù una zuppa del giorno realizzata in base alle disponibilità del mercato stagionale.
Nessuno sconto alla golosità neanche per chi sceglie Barnaba per l’aperitivo, disponibile tutti i giorni a partire dalle 18.30 che qui ha una carta dedicata fatta di fritti in cartoccio (moscardini, friggitelli, stripes di pollo o crocchette di baccalà), baccalà mantecato, aringa affumicata, salmone, paté di fegatini, pane, burro e alici e poi (se disponibile!) l’imperdibile giardiniera di Pagliardi.