PATRIMONIO UNESCO: Civita di Bagnoregio è la candidata italiana
Viene chiamata “la città che muore”, ma presto potrebbe aspirare ad una nuova vita diventando un bene patrimonio dell’Unesco. Stiamo parlando di Civita, una piccola frazione del Comune di Bagnoregio, all’interno della Valle dei Calanchi, in provincia di Viterbo e già facente parte de i Borghi più belli d’Italia. Il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha accolto la candidatura italiana da presentare all’esame del Comitato del Patrimonio Mondiale nel 2022 “Il paesaggio culturale di Civita di Bagnoregio”.
“La candidatura di Civita di Bagnoregio è il giusto riconoscimento della sinergia tra i diversi attori del territorio, tra pubblico e privato, per il conseguimento del primo, importante passo verso l’iscrizione di questo sito straordinario nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco” commenta il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini. “Ora è importante che il lavoro condiviso fin qui prosegua fino al raggiungimento del risultato, che premia un paesaggio culturale di enorme valore e bellezza”.
La candidatura è il risultato del lavoro a due mani di Regione Lazio e Comune di Bagnoregio, cui hanno partecipato anche il Ministero della Cultura, attraverso il coordinamento dell’Ufficio UNESCO del Segretariato Generale e grazie ai contributi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.
“Risale al maggio 2015 il nostro primo appello per sostenere la candidatura di Civita a Patrimonio Unesco, aderirono migliaia di cittadini e oltre 150 personalità del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo”-spiega il Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Civita di Bagnoregio si caratterizza per il paesaggio ostile da cui è circondata e in cui l’acume umano ha sfidato per secoli il territorio caratterizzato da fenomeni erosivi che ne hanno delineato, nel tempo, l’iconicità e influenzato i principali aspetti sociali, culturali e architettonici. Da ciò ne è conseguito un progressivo spopolamento, tale da affibbiarle il nome di “Città fantasma” o “La città che muore“, coniato dallo scrittore Bonaventura Tecchi che, nato a Bagnoregio nel 1896, qui trascorse la sua giovinezza. La storia di Civita, cittadina che si erge su uno sperone di roccia nel bel mezzo delle valli del Fossato del Rio Torbido e del Fossato del Rio Chiaro, si richiama all’epoca etrusca. Per secoli gli abitanti di questo piccolo paese hanno dovuto lottare contro l’erosione e le frane che gradualmente limitavano l’area del centro storico e realizzare sempre nuove vie d’accesso alla cittadina, come il Bucaione, un tunnel scavato direttamente nella roccia sedimentaria del monte. L’aspetto attuale del borgo risale però alla fine del Medioevo e da allora è rimasto tutto pressoché intatto.