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domenica, Dicembre 22, 2024

DAI TOPI AI CINGHIALI UCCISI: la deriva grottesca di Roma finita sulla BBC

DAI TOPI AI CINGHIALI UCCISI: la deriva grottesca di Roma finita sulla BBC
DAI TOPI AI CINGHIALI UCCISI: la deriva grottesca di Roma finita sulla BBC

DAI TOPI AI CINGHIALI UCCISI: la deriva grottesca di Roma finita sulla BBC

La notizia che l’eccidio di sei cinghialini e della sua mamma in un parco giochi in via della Cava Aurelia è finito sull’homepage del sito della BBC News, racconta non tanto della drammaticità dell’evento, quanto della deriva grottesca in cui è caduta la capitale d’Italia, avvitata intorno alla decisione della sua sindaca Virginia Raggi di aprire un’indagine per individuare i responsabili della morte delle povere bestie.

La commissione d’inchiesta invocata dalla prima cittadina avrà il compito di spiegare le motivazioni che hanno portato i tecnici del Campidoglio a ordinare alla polizia metropolitana prima di narcotizzare e poi di sopprimere i sette cinghiali.

La rabbia degli animalisti, alimentata dallo scempio delle pistolettate in diretta social, è passata per le dichiarazioni di Michela Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente ( ” Ho sempre saputo che quella dei Cinque stelle ” animalisti” era una leggenda. Ora lo sanno tutti ” ) e adesso scarica la sua indignazione nei confronti del dirigente del Comune che ha dato l’ordine “di fare fuoco”.

Ma a dispetto delle polemiche e del rimbalzo di responsabilità tra il Comune di Roma e la Regione Lazio ( il primo accusa il secondo di non aver messo a disposizione le gabbie che avrebbero evitato la carneficina), nessuno fino ad oggi è risalito alla catena di responsabilità che coinvolge chi ha trasformato la capitale d’Italia in una discarica a cielo aperto, dove i vecchi topi sono stati costretti a fare fagotto per lasciare il campo ai più agguerriti gabbiani e ai famelici cinghiali.

Oggi la BBC sul caso cinghiali, ieri il New York Times sui voli radenti dei gabbiani, la capitale d’Italia torna sulle colonne della stampa estera per la sua fauna impazzita e quel cerchiobottismo istituzionalizzato che le impedisce di dare alle cose il proprio nome. L’assalto dei cinghiali, così come degli altri animali che popolano le strade della città, nasce anche e soprattutto dallo stallo di Ama.

E bastava leggere nel 2017 il Nouvelle Observateur per capirlo, quando la testata francese descrisse Roma ” come una città del terzo mondo simile a Calcutta”. Da allora l’azienda incaricata di ripulire la città dai suoi rifiuti non ha ancora approvato i suoi bilanci, ha decine di contenziosi aperti con i fornitori e un sistema di raccolta che funziona con il contagocce.

E così, mentre gli investigatori seguono la loro pista a colpi di intercettazioni e interrogatori cercando di capire chi tra Regione e Comune abbia spinto gli agenti della polizia metropolitana a premere il grilletto, nessuno si interroga sulle responsabilità politiche di un episodio che colora di grottesco le cronache romane. Lo sanno bene i cinghiali sopravvissuti che grufolano tra Monte Mario e Valle Aurelia, convinti ormai che la massima imparata nella ” fattoria” valga anche per la grande città: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.