ROME HALF MARATHON: a corsa si tiene domenica 22 settembre e anche quest’anno si snoda tra i luoghi di culto di cinque confessioni religiose.
21 chilometri (5 la non competitiva), settemila partecipanti attesi allo start a San Pietro. Presentata la Rome Half Marathon “Via Pacis”, terza edizione, promossa come sempre da Roma Capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura. Organizza la FIDAL, patrocinano MIBAC, CONI, CIP, Comunità Europea e Regione Lazio. La corsa si tiene domenica 22 settembre e anche quest’anno si snoda tra i luoghi di culto di cinque confessioni religiose, per congiungerli simbolicamente in un unico percorso di pace e integrazione.
Si corre dunque tra San Pietro, Sinagoga, Moschea, Chiesa Valdese e Chiesa Ortodossa per tornare infine a San Pietro. Alle 9 parte la competitiva e a seguire la Run for Peace, la corsa cittadina per tutti. Attesi in totale, come si accennava, oltre settemila partecipanti da 40 nazioni (il 13/9 chiudono le iscrizioni alla gara, il 21 quelle alla marcia per tutti).
Novità di quest’anno, le partnership di Via Pacis con l’Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti (che celebrano l’Anno della Tolleranza e promuovono l’Expo Universale di Dubai 2020) e con l’Ambasciata dell’India (la medaglia della mezza maratona è dedicata al Mahatma Gandhi per il 150° anniversario della nascita).
Rome Half Marathon 2019 è stata presentata da un ampio parterre di relatori tra i quali la sindaca Virginia Raggi, il sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura mons. Melchor Sanchez de Toca, il presidente FIDAL Alfio Giomi e l’assessore capitolino Daniele Frongia (Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi).
La manifestazione – ha detto la sindaca Raggi – nasce “dall’esigenza di dare testimonianza, attraverso lo sport, di valori come il rispetto e la solidarietà e di fornire un contributo prezioso al dialogo interreligioso. Lo sport, infatti, unito alla bellezza di Roma è un formidabile strumento di comunicazione: unisce, rafforza i legami, esalta l’amicizia tra i popoli e le persone, l’uguaglianza nella diversità”. Si tratta di “principi fondamentali” da non trascurare ma da coltivare “ogni giorno per rendere le nostre comunità e le nostre città più forti, più solidali, inclusive e vicine agli ultimi”.
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