MUSEI CAPITOLINI: l’esposizione testimonia le fasi più arcaiche della città, con reperti presentati per la prima volta al pubblico.
Prosegue ai Musei Capitolini La Roma dei Re. Il racconto dell’Archeologia, importante mostra ad ingresso gratuito per i possessori della MIC, la nuova card che può essere acquistata da chi risiede e studia nella Capitale a soli 5 euro, consentendo l’ingresso illimitato per 12 mesi nei Musei Civici.
Gli inizi di Roma sono spesso confinati, nella comune immaginazione, ai miti della fondazione tramandatici dagli storici antichi: dalla Lupa che allatta i Gemelli presso la palude ai piedi del Palatino alla disputa fratricida tra Romolo e Remo. Un immaginario rafforzato dalla circostanza che l’immagine di Roma maggiormente proposta nei secoli è legata ai simboli e agli edifici del suo passato imperiale, e, d’altra parte, dalla difficoltà di rintracciare opere immediatamente riconducibili alle fasi precedenti, dall’età repubblicana a ritroso verso le origini.
La mostra ospitata ai Capitolini è la prima di una serie di esposizioni temporanee che permetterà ai visitatori di recuperare, attraverso le stratificazioni archeologiche, i valori fondativi dell’Urbe. Valori che, nonostante i millenni, incidono ancora nella vita dei cittadini d’oggi: lo sviluppo della società, la gestione del territorio e l’interazione con le altre comunità.
Ospitata nelle sale di Palazzo Caffarelli e nell’area del Tempio di Giove, l’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Isabella Damiani e Claudio Parisi Presicce e organizzata da Zètema Progetto Cultura, è stata prorogata fino al 5 maggio 2019.
Prendendo il via dall’attenta lettura dei dati archeologici, la mostra accende i riflettori sulla fase più antica della storia di Roma, illustrandone gli aspetti salienti e ricostruendo costumi, ideologie, capacità tecniche, contatti con ambiti culturali diversi, trasformazioni sociali e culturali delle comunità che vivevano quando Roma, secondo le fonti storiche, era governata da re. Grazie a lunghe attività di ricomposizione e di restauro a cura della Sovrintendenza Capitolina, con la collaborazione del Parco Archeologico del Colosseo che ha messo a disposizione i risultati delle più recenti ricerche nell’area nord-est del Palatino e sulla Velia, sarà possibile mostrare per la prima volta al pubblico dati e reperti mai esposti prima. Il percorso espositivo inizia a partire dal limite cronologico più recente, il VI secolo a.C., e arriva fino al X secolo a.C. snodandosi in diverse sezioni (vedi qui il dettaglio).
La mostra è realizzata con il sostegno di Sapienza Università di Roma (per i materiali degli scavi del Palatino e della Velia), dell’Università della Calabria e di University of Michigan (per i nuovi materiali di Sant’Omobono). Si avvale inoltre, sempre in collaborazione con il Mibac, di preziosi prestiti da parte del Museo Nazionale Romano, del Museo delle Civiltà e della Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli.
Vedi la scheda nel sito dei Musei Capitolini .