CASINA DELLE CIVETTE: un esempio incomparabile di arte liberty all’interno di Villa Torlonia. Ingresso gratuito per tutti i residenti a Roma la prima domenica del mese.
La Casina delle Civette è sicuramente un esempio incomparabile di arte liberty. Tra il 1910 e il 1925, un piccolo gruppo di artisti tra cui Duilio Cambellotti, Paolo Paschetto, Umberto Botazzi e Vittorio Grassi, trasformò l’antico chalet o Capanna Svizzera all’interno di Villa Torlonia nell’attuale Museo della Vetrata Liberty.
Gli artisti, grazie a sperimentazioni e a varie tecniche, dettero ampio spazio alla loro fantasia rivestendo la casina di innumerevoli porte e finestre realizzate con vetri policromi legati a piombo raffiguranti uccelli, farfalle, ma soprattutto civette. Da qui il nome che le conferisce un aspetto davvero magico!
Ideata dall’architetto G. Jappelli nel 1840 come rustico chalet o Capanna Svizzera all’interno di Villa Torlonia, la Casina fu trasformata nel 1908-1913 dall’architetto Gennai, assumendo l’aspetto di edificio medioevale. Tra il 1916 ed il 1920, su incarico del principe Giovanni Torlonia, l’architetto V. Fasolo, con l’apporto di noti artisti del tempo quali D. Cambellotti, P. Paschetto,U. Bottazzi e V. Grassi, diede vita ad una delle strutture architettoniche più interessanti del tempo. L’apparato decorativo, tutto ispirato al Liberty, arricchì la Casina di mosaici pavimentali, stucchi, maioliche, dipinti parietali e soprattutto vetrate. Per il prevalere di decorazioni aventi per tema la civetta, l’edificio prese il nome di Casina delle Civette. Alla morte del principe Torlonia, nel 1939, la Casina venne abbandonata, divenendo dal 1944 al 1947 sede del comando militare anglo-americano. Risalgono a tale periodo i profondi danni alle fragili strutture e all’apparato decorativo. Nel 1978 tutta l’area della Villa fu acquisita dal Comune di Roma, che avviò lunghi e costosi interventi di restauro agli edifici del parco. A restauro ultimato la Casina è stata aperta al pubblico come Museo. Le splendide vetrate, che decorano le sue innumerevoli porte e finestre, realizzate tra il 1908 ed il 1930 in pregiati vetri policromi legati a piombo, rappresentano un esempio unico dell’evoluzione della vetrata a Roma in quegli anni. Tra le più belle ed importanti spiccano quelle realizzate da Cambellotti, come la cosiddetta Chiodo, raffigurante una cascata di pampini e grappoli d’uva. Ed ancora le varie Civette, stilizzate raffigurazioni dell’uccello notturno la cui presenza è quasi ossessiva nelle decorazioni della Casina, o i quattro rombi dei Migratori con dinamici voli di uccelli. Da citare anche I Pavoni di Bottazzi e Rose e farfalle di Paschetto. In questi anni la Sovraintendenza Comunale ha acquistato sul mercato altre vetrate degli stessi autori e numerosi disegni e bozzetti, alcuni dei quali predisposti proprio per le vetrate della Casina.
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