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Al Teatro Torlonia dal 3 al 13 ottobre, va in scena la storia della Pulzella d’Orléans, Giovanna d’Arco, nella versione “dissidente” della poetessa e studiosa Maria Luisa Spaziani – in cui si ipotizza che l’eroina francese non bruciò sul rogo, ma si salvò sposandosi – e con la regia di Luca De Fusco.

A riportarla a teatro, dopo vent’anni dal debutto, Luca De Fusco con sguardo intimo, quasi sommesso, antiretorico, nell’interpretazione della giovane Mersila Sokoli, ne fa emergere i versi nella sua purezza immaginando che chi ci parla non sia né una folle né un fantasma inquietante, ma “semplicemente” Giovanna.

Una produzione del Teatro di Roma con il Teatro Stabile di Catania, che apre la nuova Stagione del Teatro Torlonia offrendo al pubblico l’opportunità di vivere un’esperienza teatrale profonda e suggestiva per riscoprire, attraverso la poetica sensibilità di Maria Luisa Spaziani, la figura rivoluzionaria di una donna che si ribella alle norme del tempo trovando il modo di cambiare il suo mondo. Lo spettacolo, infatti, rende omaggio a una delle voci letterarie più preziose del ‘900 italiano per celebrarne, nel decennale della scomparsa, la vita dedicata all’arte della parola, facendola emergere con questo testo che propone una versione alternativa della storia di Giovanna d’Arco, in cui la pulzella non perisce sul rogo, ma si salva sposando Robert des Armoise, per poi vivere nel Castello di Jaulny.

Rimasta affascinata sin dall’infanzia da questa donna e dai racconti che la circondano, la Spaziani ritrae nel poema-romanzo in endecasillabi – scritto nel 1990 e la cui ideazione ha occupato cinquant’anni della sua vita – un personaggio femminile moderno, completamente affidato alla voce della poesia, che rinnegando il suo destino conosce il rimorso e la frustrazione, per poi liberarsi dai mali gettandosi volontariamente nel fuoco. Per la poetessa, Giovanna d’Arco è poesia, un mito che continua ad affascinare e a parlare attraverso l’intricato mistero che porta con sé.

Luca De Fusco, nelle sue note di regia, riflette sul legame personale e professionale con il testo di Spaziani che non lo aveva scritto per il teatro, ma che accettò l’idea dell’adattamento teatrale. E ricorda come, nel mettere in scena lo spettacolo nel 2004, abbia scelto di lasciare ambigua volutamente l’identità di chi narra la storia – una pazza che si crede Giovanna d’Arco? il fantasma della pulzella? – avendo ricevuto dalla Spaziani la risposta “è Giovanna”.