Il Museo della Centrale Montemartini è un microuniverso in cui si incrociano una serie di attività sorprendenti, spesso svolte per mesi dietro le quinte.
Tra queste, il restauro dei tesori nascosti nei depositi della Sovrintendenza Capitolina, dai quali provengono i 16 mosaici romani esposti per la prima volta nella mostra in corso fino al 25 giugno. Dal continuo lavoro di recupero è nata l’idea della mostra rinnovabile, che da marzo 2021 si arricchisce ad ogni tappa di opere nuove restituite alla collettività.
Non stupisce che un approccio innovativo sia adottato proprio da questo museo, nato esso stesso come un esperimento, esponendo le sculture antiche in un ambiente industriale. Il suo fascino è nell’esaltazione a tutto tondo del valore umano, tra tecnica e arte, macchine e opera creativa.
Il museo è allestito negli spazi della prima centrale pubblica termoelettrica di Roma, inaugurata nel 1912, che con i suoi motori diesel ancora intatti e funzionanti, da sola vale la visita.
Arredi e macchinari incorniciano e valorizzano per contrasto le opere della Roma antica, con una selezione che comprende gruppi statuari di templi ed edifici pubblici, sculture e mosaici provenienti da ricche dimore private.
La mostra con i mosaici dell’antica Roma
La mostra “Colori dei Romani. I Mosaici dalle Collezioni Capitoline” rende bene l’idea del gusto per la decorazione che impreziosiva i pavimenti e le pareti delle ville patrizie e dei luoghi pubblici.
Il percorso espositivo è stato integrato con opere inedite, ritrovate nel corso di scavi condotti in diverse parti della città tra Ottocento e Novecento e appena restaurate. In mostra, con bei motivi geometrici e vegetali, si possono ammirare i nuovi mosaici a tessere grandi e le fasce in opus sectile, una tecnica con incastri policromi realizzata con materiali preziosi come porfido, serpentino, portasanta o giallo antico.
Opere in viaggio
Ironicamente c’è chi le chiama “opere con le rotelle”: sono quelle maggiormente richieste in prestito da altri musei in Italia e all’estero per organizzare le proprie mostre.
Al Museo della Centrale Montemartini se ne conta qualche esempio.
Per la mostra dal titolo “Le nuove immagini di Augusto” hanno viaggiato fino ad Amburgo un ritratto dell’imperatore, l’altare dei Lari e un frammento di fregio della cella interna del tempio di Apollo Sosiano.
Anche altre cinque opere del museo, tra cui la Statua di vecchio pescatore (immagine in basso) si sono spinte oltreoceano, fino in Texas in occasione della mostra “Roman Landscapes. Vision of Nature and Myth from Rome and Pompeii” al San Antonio Museum of Art.