Roma è pronta a ripartire e con lei anche l’arte e la cultura. Tra le ultime “novità” vi è la conferma della mostra Re:Humanism – Re:define the Boundaries al MAXXI di Roma.
RE:HUMANISM in mostra al MAXXI di Roma a maggio
Che rapporto c’è fra un arazzo di lana e seta, un algoritmo generativo e l’estinzione delle tigri? Come ipotizzare nuove forme di socialità partendo dallo studio delle barriere coralline attraverso il deep learning? Qual è il confine fra umanizzazione della macchina e disumanizzazione dell’individuo? Che suono hanno le mutazioni del codice genetico? Può il personaggio di un videogame riflettere sulla propria esistenza?
Su queste e su una serie di altre domande riflettono gli artisti di Re:Humanism – Re:define the Boundaries, la grande mostra collettiva che indaga il rapporto fra Intelligenza Artificiale e arte contemporanea, in programma dal 5 al 30 maggio al MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma.
Le dieci opere in mostra sono i progetti finalisti della seconda edizione del Re:Humanism Art Prize che attraverso una call for artist internazionale ha raccolto oltre duecento candidature da tutto il mondo. A queste si aggiunge l’opera vincitrice dello speciale Romaeuropa Digitalive Prize che verrà invece presentata nell’ambito del celebre festival romano nell’autunno del 2021.
Le trasformazioni dei concetti di Corpo e Identità nell’era dell’Intelligenza Artificiale e le implicazioni politiche che ne conseguono, le nuove modalità di produzione della conoscenza e i cambiamenti introdotti dalla robotica e dal machine learning, la definizione di un approccio antropologico all’IA e le visioni sul futuro del nostro Pianeta. Questi i temi al centro di questa seconda edizione di Re:Humanism che gli artisti hanno interpretato seguendo molteplici traiettorie e concentrandosi su una serie di elementi in grado di creare una nuova visione dello sviluppo tecnologico human-centred. E così, da Berlino, gli Entangled Others hanno realizzato un ecosistema acquatico digitale in 3D, l’artista svizzera Johanna Bruckner ha creato un video che ha come protagonista un sex-robot gender fluid, il collettivo Umanesimo Artificiale si è occupato di tradurre in suono le mutazioni del DNA, mentre da Harward il duo americano-libanese tutto al femminile Elizabeth Christoforetti & Romy El Sayah ha immaginato veri e propri quartieri di corpi-casa. E se dalla New York University il cinese Yuguang Zhang indaga il confine fra umano e artificiale, artisti come Irene Fenara, Mariagrazia Pontorno e il russo Egor Kraft con le loro opere hanno stabilito una connessione fra tecniche antiche e tecnologie contemporanee; mentre Numero Cromatico e Carola Bonfili hanno trasportato forme e pratiche della tradizione letteraria nei mondi della realtà virtuale e dell’IA.
Durante il periodo della mostra, infine, si svolgeranno una serie di incontri e talk, sia in presenza che in streaming, con alcuni esperti di Intelligenza Artificiale, con gli artisti e con esponenti del mondo dell’arte e della cultura contemporanea.