ROMA: il Mausoleo di Sant’Urbano torna patrimonio dello Stato
Il Mausoleo di Sant’Urbano dell’Appia antica a Roma torna a far parte del patrimonio dello Stato. È stata conclusa la lunga trattativa avviata alla fine del 2017 dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.
“Si compie finalmente – dichiara il ministro – un altro importante passo verso il pieno recupero al patrimonio pubblico del più importante complesso archeologico dell’Appia Antica rimasto in mani private. L’acquisizione del Mausoleo di Sant’Urbano da parte del Parco è l’inizio di un percorso che aprirà ai cittadini questo sito straordinario, arricchendo così l’esperienza di visita della più grande area archeologica al mondo”. Il direttore del Parco dell’Appia antica, Simone Quilici parla di “buona notizia che ravviva un momento complicato per tutti. Il mausoleo è diventato negli anni un simbolo della deturpazione e degli abusi che in questa zona erano impunemente perpetrati a danno dei beni culturali nonostante le innumerevoli denunce di tanti intellettuali tra i quali voglio ricordare Antonio Cederna”.
Il cosiddetto Mausoleo di Sant’Urbano è una monumentale tomba in laterizi databile nel IV secolo d.C., che conserva imponenti mura alte oltre 10 metri di altezza, con abside e nicchie laterali e resti della scalinata frontale d’accesso. Posto su un diverticolo basolato, una traversa che si diparte dall’Appia Antica all’altezza del IV miglio, è a circa 20 minuti di cammino dal più noto Mausoleo di Cecilia Metella e a 15 minuti dal Casale di Santa Maria Nova e dalla Villa dei Quintili, in una posizione strategica quindi per la visita del ricco territorio del Parco.
L’edificio, indagato alla fine dell”800 da Rodolfo Lanciani con i fratelli Giambattista e Bernardo Lugari, che avevano acquistato il terreno dal principe Alessandro Torlonia, deve il suo nome all’episodio citato dalle fonti cristiane, secondo le quali il corpo del Santo sarebbe stato trasportato dalla devota matrona Marmenia in un edificio realizzato in una sua proprietà lungo la via consolare. Di conseguenza la villa retrostante il sepolcro venne definita domus Marmeniae e il mausoleo attribuito appunto a Sant’Urbano.