GIO PONTI: il museo MAXXI ne ripercorre l’immensa e appassionata attività, a partire dal settore della progettazione architettonica.
“Amate l’architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato […] amatela per le illusioni di grazia, di leggerezza, di forza, di serenità, di movimento […] amatela per il suo silenzio […] amate l’architettura moderna, comprendetene la tensione verso una essenzialità, la tensione verso un connubio di tecnica e di fantasia, comprendetene i movimenti di cultura, d’arte e sociali ai quali essa partecipa; comprendetene la passione” Gio Ponti, Amate l’architettura, 1957
Milanese, classe 1891, in sessant’anni di carriera Gio Ponti ha intrecciato linguaggi e codici espressivi, impegnandosi, nel nome della creatività, su una pluralità sorprendente di fronti, dall’architettura al design, dalla comunicazione all’editoria e all’arte. A quarant’anni dalla sua morte il museo MAXXI ne ripercorre l’immensa e appassionata attività, a partire dal settore paradossalmente forse meno indagato dall’analisi critica: la progettazione architettonica.
Nel suo studio di via Dezza a Milano sono nate strutture simbolo dell’architettura italiana moderna, come il grattacielo Pirelli e la concattedrale di Taranto, ma anche case, cliniche, palazzine per uffici, scuole, centrali elettriche. È stato tra i primi in Italia a realizzare progetti all’estero, in Europa, ma anche a Hong Kong, Denver, Bagdad, Caracas, Buenos Aires, New York. La sua inventiva e la sua inesauribile ricerca artistica lo hanno portato negli anni a occuparsi con la medesima passione di architettura degli interni, disegno industriale e design, scenografie e allestimenti, a fondare alla fine degli anni Venti la rivista Domus e poi la storica pubblicazione Stile.
Realizzata con il CSAC di Parma e Gio Ponti Archives, una banca dati composta da materiali fotografici provenienti dallo studio Ponti e da nuove importanti integrazioni, la retrospettiva indaga la sua idea di un’architettura a 360 gradi, il suo modo non convenzionale di immaginare lo spazio abitato, muovendosi con naturalezza e disinvoltura in tutte le scale, dai grandi progetti urbanistici agli oggetti di uso quotidiano. Modelli, fotografie, libri, riviste e materiali d’archivio in mostra restituiscono un ritratto accurato e partecipe di una delle figure più complesse ed emblematiche del XX secolo.
Dal 27 novembre 2019 al 26 aprile 2020
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica 11.00-19.00
sabato 11.00-22.00
Chiuso il lunedì e il 25 dicembre
La biglietteria chiude un’ora prima