SUMMERTIME 2019

SUMMERTIME 2019: si parte il 24 giugno da Astor Piazzolla e si chiude il 1° agosto con l’Orchestra di Piazza Vittorio.

Cos’è il jazz, oggi? La risposta è dentro il jazz ma anche fuori. Certo non può esimersi, il jazz, dall’essere post-parkeriano e dunque bop, hard-bop, davisianamente modale. Che jazz sarebbe, senza le conquiste sintattiche di un secolo durante il quale è passato dai funerali in marcia lungo le strade di New Orleans alle più colte e sublimi sottigliezze – bossanova compresa – senza peraltro mai abbandonare il blues e la matrice nera?

Ma il jazz è contaminazione per ceppo d’origine e senza contaminarsi, senza intrecciarsi ad altri viluppi e ad altre matrici, rischia l’implosione. Dunque il jazz è sempre un idioma molto peculiare e un incontro incessante: con la musica classica occidentale, con i bagliori antichi e attuali del Mediterraneo, con l’Africa prima di lui e accanto a lui, con i suoni sinuosi del Medioriente e con la carne e il sangue d’Argentina, con il cabaret e il teatro… E’ così da sempre: il jazz è un “in sé” e un “con l’altro da sé”, non può e non deve liberarsi dell’uno come dell’altro polo costitutivo. E anche quest’anno l’estate alla Casa romana del Jazz  riflette, in ampiezza e profondità, la condizione intrinsecamente duplice della musica afroamericana.

Dal 24 giugno al 1° agosto 2019 a Villa Osio, al civico 55 di viale di Porta Ardeatina, tra le frescure d’un parco solitario di fronte alle antiche mura, c’è tutto il jazz (internazionale e italiano), il suo contrario e le sue mediazioni: Summertime 2019 prende le mosse il 24/6 da Astor Piazzolla e si chiude il 1° agosto con l’Orchestra di Piazza Vittorio che esegue alla sua maniera arie d’opera (ma anche Kurt Weil), riandando ai musicanti dell’800 che suonavano per strada a beneficio di chi non poteva permettersi un biglietto.

Tra l’alfa e l’omega quello che la Casa del Jazz definisce “un giro del mondo a ritmo di jazz, blues, soul, tango, swing, funk, acid jazz, musiche del Mediterraneo”, un “programma multidisciplinare ed eterogeneo” farcito di star e sempre con un occhio alle nuove realtà, strettamente o latamente jazzistiche: da Gary Clark jr. a Gegè Telesforo, da Andrea Motis agli omaggi a Bernstein e Gershwin, dai Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino (sì, anche loro!) a Enrico Pieranunzi con la New Talents Jazz Orchestra. Da una band tutta groove e tensione ritmica come i Funk Off a una sperimentale come gli Incognito, da Bill Frisell a Sarah Jane Morris, dalle tarantelle di Tarantarìa a Steve Gadd, dall’incrocio jazz-classico-contemporaneo proposto dall’inedita combinazione tra Richard Galliano e i Solisti Aquilani a un Neri Marcorè che interpreta (e canta) De Andrè e Gaber. E ancora Teresa De Sio, Raffaele Casarano con Eric Legnini, Charles Lloyd, Peter Erskine con Eddie Gomez e Dado Moroni, Ute Lemper, Paolo Fresu, Sergio Cammariere, Omar Sosa, Antonello Salis, Javier Girotto, Fabrizio Bosso…

Nomi che citiamo alla rinfusa, senza distinzione di genere, perché proprio questo è lo spirito dell’estate della Casa: impastare generi e storie, abbattere steccati. Perché il jazz – straordinaria lingua sonora di fusione e incrocio – continui a fondersi, incrociarsi e vivere.

E in ogni caso: un programma sovrabbondante e vasto, in cui ogni sensibilità può trovare stimoli. E’ tutto qui, nel sito dedicato .