ROMA

ROMA: il progetto di trattamento oncologico all’avanguardia avrà sede a Roma con la realizzazione del centro di protonoterapia.

E’ a Roma il nuovo polo di riferimento per il sud Italia e per i Paesi del bacino del Mediterraneo per la cura dei tumori grazie alla protonterapia. Il progetto di trattamento oncologico all’avanguardia, promosso e sostenuto dalla Regione Lazio, vede l’unione di tre eccellenze italiane in ambito scientifico e sanitario: l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli. Proton4Life, questo il nome dell’investimento, richiederà la realizzazione di quattro sale di trattamento e macchinari di ultima generazioni per il trattamento dei tumori con i protoni. L’investimento complessivo è di 54 milioni di euro di soldi pubblici e 60 milioni di finanziamenti da privati. Potranno essere curati circa 2.300 pazienti all’anno quando il nuovo centro sarà a pieno regime.

La realizzazione del progetto avverrà in più fasi: per prima cosa verrà realizzato il bunker con le sale all’interno del policlinico Gemelli, che ospiterà un prototipo di acceleratore lineare di protoni finanziato dalla Regione Lazio e realizzato in collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità, l’Enea e l’IFO Regina Elena. L’acceleratore verrà utilizzato per prove sperimentali e nel corso del 2020 sono previsti i primi trattamenti. Successivamente ai primi mesi di attività è previsto uno studio epidemiologico e una valutazione clinica prima dell’installazione di altri due macchinari entro il 2024. Secondo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, si tratta della “più importante innovazione per il sistema sanitario del Lazio degli ultimi 10 anni. Si esce dal commissariamento non solo con la riorganizzazione e l’equilibrio dei bilanci, ma anche con le sfide per migliorare la qualità delle cure”.

La protonterapia è una tecnica oncologica radioterapica che permette di effettuare trattamenti meno tossici rispetto alla tradizionale radioterapia sui tumori complessi. Il trattamento radiante viene utilizzato per curare diverse patologie, soprattutto quei tumori situati vicino ad organi vitali o in aree particolarmente sensibili alla tossicità dei raggi: cervello, spina dorsale, tumori a geometria complessa, come quelli del distretto testa-collo. Ad oggi circa 120mila pazienti in tutto il mondo vengono trattati con la terapia protonica o con ioni. I centri di protonterapia sono oltre 60 in tutto il mondo, mentre altri 43 sono in costruzione.

Questa la spiegazione del funzionamento dell’acceleratore lineare a protoni: nella protonterapia i protoni, particelle molto più pesanti dei fotoni, vengono accelerati tramite un’apparecchiatura chiamata Ciclotrone, fino ad una velocità pari a circa metà della velocità della luce. Quindi vengono concentrati in fasci, trasportati e rilasciati con estrema precisione sulla sede del tumore da una testata isocentrica rotante (chiamato Gantry). L’accelerazione dota i protoni di un’energia che raggiunge i 230 MeV (Mega Electron Volts), rispetto ai 30 MeV della fotonterapia, e che permette di colpire dall’esterno i tessuti tumorali che si trovano fino a 30 cm di profondità all’interno del corpo.