PALAZZO BARBERINI: la Madonna Esterházy di Raffaello è il dipinto che occuperà lo spazio abitualmente assegnato alla Fornarina.
Più che di una vera e propria esposizione si deve parlare di fari accesi su opere delle stesse Gallerie e di scambi incrociati.
È questo il caso della Madonna Esterházy di Raffaello, in mostra nelle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma a Palazzo Barberini fino all’8 aprile 2018. Insieme a due dipinti dello stesso Raffaello e uno di Giulio Romano, tutti della collezione di Palazzo Barberini.
La Madonna Esterházy di Raffaello è il dipinto che occuperà lo spazio abitualmente assegnato alla Fornarina. Che è in prestito all’Accademia Carrara di Bergamo per la mostra Raffaello e l’eco del mito.
Viene invece dal Museo Nazionale di Belle Arti di Budapest, il Szépmüvészeti Múzeum, La Madonna Esterházy, in quanto il museo è al momento chiuso per lavori di rinnovamento .
Una piccola tavola in pioppo di cm. 29 x 21,5, realizzata intorno al 1508, tra la fine del periodo fiorentino e l’inizio di quello romano.
Il pittore arriva a Roma a 25 anni in un anno cruciale per l’arte dell’occidente. Lo chiama Giulio II della Rovere perché partecipi al rinnovamento del Vaticano. Roma pullulava di cantieri, si aprivano quelli per le decorazioni della volta della Cappella Sistina e delle Stanze degli appartamenti papali.
Forse il dipinto La Madonna Esterházy ha subito cambiamenti dopo l’arrivo a Roma.
Come dimostrerebbe un disegno conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, presente in mostra con una riproduzione in grande formato. Qui il fondale riproduce colline e alberi, tipici del periodo fiorentino. Sulla tavola si vedono invece antiche rovine romane, in cui si sono voluti riconoscere i resti del Tempio di Vespasiano e della Torre dei Conti nel Foro Romano. Nella tavola gli sguardi incrociati della Madonna al centro col Bimbo in braccio e il piccolo San Giovanni, inginocchiato e intento a leggere un cartiglio, testimoniano una intesa sentimentale. Una poetica degli affetti e della gestualità familiare.
LA STORIA DEL DIPINTO
Tavola con una vita molto intensa. Ragione principale il tipo di legno utilizzato, il pioppo, che negli anni si è arcuato. Uno dei restauri effettuato nel 1932 ha tolto una scritta sul retro che ne riconduceva al committenza a Elisabetta Cristina di Brunswich-Wolfenbuttel, madre di Maria Teresa d’Asburgo, e a un dono dell’opera da parte di Clemente XI Albani. Sarebbe passato in un secondo momento, tra il 1721 e il 1812, alla famiglia Esterházy. Finendo poi allo Stato Ungherese. Nel 1983 è stato trafugato e per fortuna recuperato dal Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri in un monastero greco in località Eghjon.
LA MADONNA ESTERHAZY DI RAFFAELLO
Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma – Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13 00184 Roma
Orari: martedì – domenica h. 8.30 – 19.00
Biglietti: Intero € 12,00 – Ridotto € 6,00
Tel. 06.4824184
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